venerdì 18 marzo 2011

234. Un Re e una Regina

Biografia fresca-fresca sulla tonnellata di responsabilità che un principe già pesantemente balbuziente si vede atterrare addosso, prima con la morte del padre e poi con l’abdicazione del fratello, innamorato della divorziata americana Wallis Warfield Simpson. In "Il discorso del Re" si parla del padre dell’attuale regina del Regno Unito, Elizabeth Wettin-Windsor, per noi italiani Elisabetta 2^, i cui genitori Bertie e Liz nel film sono interpretati da 2 credibilissimi Colin Firth e Helena Bonham-Carter. Il film inizia con la famigliola già completa di bimbe, Elizabeth e Margaret. Non mi piacciono le storie regali in quanto tali, e se questa mi piace come storia umana e politica è perché si snoda attorno alla lotta costante che quell’uomo ingaggiò fin dall’età scolare con la propria “disfluenza verbale”, forse dovuta alla correzione di un mancinismo congenito. Con un abboccamento iniziale da parte della moglie del principe, tra il terapeuta del linguaggio Lionel Logue e il futuro Giorgio 6°, inizia un rapporto forzatamente confidenziale che sfocerà in un’amicizia per la vita. Gl’interventi da parte del simpatico ed eclettico personaggio australiano vanno da prima che il vecchio Re morisse al discorso radiofonico alla Nazione del protagonista già Re, in occasione della dichiarazione di guerra alla Germania Nazista. Il film è scandito da valori come la Responsabilità, il Coraggio dell’innovazione terapeutica, e la Famiglia. Vi sono appunto piccoli spunti di vita privata dei 2 uomini, tutti e 2 padri e mariti affettuosi. Le ambientazioni dei Palazzi, dello Studio, e dell’Abbazia sono perfette, e gli attori azzeccatissimi, a partire dall’attore australiano Geoffrey Rush, già protagonista di “Shine”, nella parte del logopedista, futuro baronetto. Per l’epoca le tecniche usate da Logue erano rivoluzionarie, stravaganti e inaspettatamente sdrammatizzanti, sviluppate dalla sua esperienza sul campo con reduci di guerra australiani, balbuzienti dopo gravi shock, e anche su “Bertie” mostrano di funzionare quasi da subito. Anche i dialoghi e la sceneggiatura sono modellati sul carattere anticonformista della cura e del terapista. Altri personaggi notevoli sono Churchill e l’arcivescovo di Canterbury. Questo film, che può anche commuovere se ci s’immedesima nel disagio di Bertie e nella perseveranza di Lionel, è stato molto apprezzato dalla Regina Elisabetta.
La stessa signora Elizabeth Wettin-Windsor, 5 anni fa, al contrario poco apprezzò il film su un brevissimo periodo della propria vita, “The Queen”, di certo non commovente ma per me altrettanto ben costruito, nientemeno che da Stephen Frears: è la crisi che seguì all’incidente che a Parigi costò la vita a Diana Spencer, ex-moglie di Carlo, erede al trono, e al suo compagno Dodi Fayed. Un film dove tutto funziona perfettamente, dai costumi agli interpreti, al ritmo da film di spionaggio, con personaggi tutti veri, e dove Helen Mirren dà di quella Signora un ritratto molto umano con sfumature di freddezza molto realistiche. Un film sul riserbo volontario di una delle donne più potenti del mondo, che in quel frangente fu consigliata da un neo-eletto primo ministro Tony Blair a confortare e rassicurare i sudditi sull’estraneità sua e dei servizi segreti rispetto alla morte del membro allora più popolare della famiglia reale inglese.
Comunque 2 film da cercare e da vedere!!!

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