Io mi chiedo spesso, avendoli letti forse un po’ troppo, che cosa vogliano dimostrare i pubblicisti del sito pontifex.roma.it.
Partendo dal presupposto che dare giudizi morali basati su principii dottrinali è un diritto inalienabile e che potrebbe essere punto di partenza per discussioni e confronti prolifici per chiunque, arrivo a dire che questi signori, ancor più di quanto faccia il Vaticano e molti vescovi, criticano e promuovono la censura di chiunque parli di altri punti di vista, in quanto “corruttorii” e pericolosi.
Arrivano a parlare del film di Carlo Mazzacurati “La passione” come derisoriamente blasfemo e da censurare: io l’ho visto ieri e penso che chi ne scrive su quel sito o è pazzo o non è andato a vederlo, e non sarebbe la prima critica cinematografica in Italia ad essere stata fatta “a priori” e alla cieca. La vicenda è quella di un regista “fallito” che viene obbligato sotto ricatto a dirigere ed organizzare in un paesino toscano la rappresentazione pasquale “il Messia”, sulla passione di Cristo. Non ci ho visto nulla di irrisorio, al netto che si tratta di una commedia con risvolti grotteschi che non ho certo apprezzato, al contrario di altri film di Mazzacurati: allora l’interrogativo che mi vien dietro a queste poche considerazioni è cosa ca22o "pontifex" si sarebbe inventato per “Jesus Christ Superstar”, che esprimeva da musical un punto di vista psicologico di un fatto scritturale ma storico, di autori laici, ebrei e protestanti. La dialettica sulle religioni e sull’etica per molti non deve esistere e pontifex.roma.it rappresenta perfettamente questo “partito”. Ma ormai la dialettica in assoluto, almeno in Italia, viene stralciata da buona parte dell’apparato statale come polemica sterile e personalistica. Quindi devo ammettere che questi pubblicisti, pur allineati, restano ancora al loro proprio posto di guardiani dell’integralismo cattolico.
Partendo dal presupposto che dare giudizi morali basati su principii dottrinali è un diritto inalienabile e che potrebbe essere punto di partenza per discussioni e confronti prolifici per chiunque, arrivo a dire che questi signori, ancor più di quanto faccia il Vaticano e molti vescovi, criticano e promuovono la censura di chiunque parli di altri punti di vista, in quanto “corruttorii” e pericolosi.
Arrivano a parlare del film di Carlo Mazzacurati “La passione” come derisoriamente blasfemo e da censurare: io l’ho visto ieri e penso che chi ne scrive su quel sito o è pazzo o non è andato a vederlo, e non sarebbe la prima critica cinematografica in Italia ad essere stata fatta “a priori” e alla cieca. La vicenda è quella di un regista “fallito” che viene obbligato sotto ricatto a dirigere ed organizzare in un paesino toscano la rappresentazione pasquale “il Messia”, sulla passione di Cristo. Non ci ho visto nulla di irrisorio, al netto che si tratta di una commedia con risvolti grotteschi che non ho certo apprezzato, al contrario di altri film di Mazzacurati: allora l’interrogativo che mi vien dietro a queste poche considerazioni è cosa ca22o "pontifex" si sarebbe inventato per “Jesus Christ Superstar”, che esprimeva da musical un punto di vista psicologico di un fatto scritturale ma storico, di autori laici, ebrei e protestanti. La dialettica sulle religioni e sull’etica per molti non deve esistere e pontifex.roma.it rappresenta perfettamente questo “partito”. Ma ormai la dialettica in assoluto, almeno in Italia, viene stralciata da buona parte dell’apparato statale come polemica sterile e personalistica. Quindi devo ammettere che questi pubblicisti, pur allineati, restano ancora al loro proprio posto di guardiani dell’integralismo cattolico.
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