Altra meraviglia: navigare in mezzo ad altre isolette baltiche che costellano anche la rotta lungo il golfo di Finlandia. A Helsinki, nonostante il bilinguismo, l'idioma è diversissimo e le fisionomie sono un pochino più "russe", con capelli più spesso castani e rossi. Subito mi ha divertito il bell'italiano della nostra nuova guida-interprete: l'accento è sardo. Breve giro in pullman e si scende in un posto per me mozzafiato: la piazza d'accesso alla Cattedrale Luterana, con una scalinata amplissima e altissima, che da lontano pare un bastione. In cima, lo spiazzo neoclassico con chiesa a cupola bislunga, e 2 cappelle a sè stanti. Da un'altura non lontana "bamboleggia" la Cattedrale Ortodossa con qualche cupola dorata, ma discreta. In centro davanti al mare, il municipio, un po' sovietico ma brillante, e all'imbarcadero il Mercato di ambulanti: frutta locale, pesce e fastfood, qualche pelliccia e qualche golfone. Qui uno scalcagnato trio di travestiti scatena la mia ilarità suonando con gli ottoni, tra le altre cose, Mamamìa e Oops. Proseguendo per mezzo chilometro si sfila lungo il fronte del porto, bellissimo coi suoi vecchi magazzini trasformati in sedi societarie, locali e alberghi molto sobri e affascinanti. Invece con 15 minuti di traghetto si arriva a Sveaborg-Suomenlinna fortezza marina edificata su sei isolette a metà del '700, voluta contro l'espansionismo zarista e dal 1991 patrimonio dell'umanità: vi si respira un senso di pace, come in gran parte di questa città dall'aria russo-triestina, dove spesso la gente fa footing con l'ausilio di racchette da sci di fondo, d'inverno praticato per strada. La giornata caldissima e assolata si conclude con una tempesta paurosa di acqua e vento. La mattinata dopo è libera per una lunga passeggiata e un'altra occhiata al mercato. Quest'anno doveva essere la nostra tappa finale in Europa, e invece.....
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