Villeneuve è un’utopia nata vicino a Grenoble dalle istanze del maggio francese alla fine degli anni ‘60: per realizzarla, chi aspirava a un certo riscatto sociale, assieme a gente della zona, a parigini e a cittadini di altre città francesi, sciamò in questo appezzamento reso spettacolare da tre catene montuose e dalla confluenza di due fiumi, costruendo e popolando questo quartiere autosufficiente. Condominii con parchi, scuole e servizi pubblici, strutture sanitarie, e uffici decentrati. Accurato mosaico di appartamenti sia abitati dai proprietari, sia dati in affitto, “governato” da un sindacato di quartiere che mantenesse le parti comuni e che garantisse assistenza idraulica e d’imbiancatura a prezzi moderati, degradò lentamente in un quartiere povero dove ora i molti giovani sbandati costituiscono l’emblema e il bersaglio della nuova campagna di Sarkozy contro immigrati e criminali.
Che estrazioni sociali così diverse promuovessero in assoluto l’emancipazione fu una scommessa del ’68. Ma negli anni ’90, l’impoverimento generale, la disoccupazione e l’immigrazione massiccia soprattutto africana sballarono gli equilibri sociali: c’è chi scelse, potendoselo permettere, di cambiar zona, e la maggior parte delle famiglie piccolo-borghesi se ne andò, “svuotando” le 9 scuole, di cui 3 chiusero, col risultato che la maggioranza degli studenti a casa non parla francese. Dai 160.000 abitanti originari si è ora a 120.000. La tranquillità diurna contrasta col traffico notturno nei parchi: droga, armi e sempre più aggressioni. Lo sbando porta questi giovani ad appropriarsi di spazi e beni comuni, oltre che di beni altrui, per avere qualcosa subito: l’esempio-limite è il recente colpo a un casinò della regione, finito con la morte di uno dei banditi durante la sparatoria con la forza pubblica. Scappati tutti i complici, a Villeneuve la notte seguente ci sono state sommosse, con 100 auto posteggiate date alle fiamme, un tram rovesciato, e un ufficio comunale incendiato. L'azione della polizia è stata violenta e mirata, ma la maggior parte degli arrestati sono stati presto rilasciati.
La liberalizzazione di piani urbanistici e licenze, mille condoni e deroghe in ogni campo, le molte imposte “unatantum” e le piccole imposte che “tarmano” i redditi, i parametri assurdi che commisurano le graduatorie, il taglio, spesso sottaciuto, sui finanziamenti ad energie alternative, la sfasatura della proporzionalità percentuale per le imposte sui redditi, una politica sull’immigrazione spesso rigida ma mai seria: tutti provvedimenti essenzialmente liberisti che hanno contribuito all’impoverimento e all’alienazione di gran parte di queste ultime generazioni europee, unitamente alla creazione di prodotti finanziari fantasiosamente spregiudicati e alla pubblicità indiscriminata di prestiti e di acquisti a rate.
Secondo me la crisi etica delle società non può essere imputata principalmente a pur disturbanti apporti socioculturali “alieni”, ma molto a quanto l’apparato informativo sociale, oggi onnipresente, esaspera certi messaggi, ne tace o attenua altri, per tornaconti personali di “soggetti” alla guida delle varie amministrazioni pubbliche e statali: la menzogna governativa di informazione, pubblicità e propaganda è un’infezione sicura per gli arricchimenti culturali che deriverebbero dalle migrazioni del giorno d’oggi!!
Nessun commento:
Posta un commento