Antonio DiPietro denunciato alla Procura di Roma dall'ex compagno Elio Veltri per rimborsi elettorali illeciti dal 2001, incassati non dall'Italia dei Valori, ma dall'associazione omonima costituita anche da DiPietro, tramite false autocertificazioni. Questi rimborsi gli sono stati già rinfacciati da altri "ex": una prima inchiesta fu archiviata, e gli è stato invece rifiutato un risarcimento da lui richiesto per illazioni diffamatorie su rimborsi per le elezioni Europee, fatte da Giulietto Chiesa durante un'intervista.
L'ex pm di Tangentopoli dichiara: «È sempre la solita storia trita e ritrita.....E' tutto in regola......Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri».
Si attendono risposte: sulla questione dell'iscrizione nel registro degli indagati DiPietro è sempre stato chiaro, difatti commentò le dimissioni di Guido Bertolaso indagato per corruzione alla Maddalena con un «Io credo che tutti coloro che sono indagati dovrebbero fare così». Allora lui ora si dimette? E che dire dei rimborsi per cui ha sempre incassato senza problemi i soldi di quella che definisce una «legge vergogna», con cui l'Idv pagava anche l'affitto di un appartamento di proprietà dello stesso A.D.P.? Altra istanza in attesa di riscontro è quella di Giuseppe Vatinno di Idv che definisce incongruità politica la presenza dell'associazione Italia dei Valori assieme al suo partito.
Scandaloso ma ovvio il tono esultante usato per questa notizia dal Giornale, invece molto solidale col "ministro" Aldo Brancher che trasecola davanti ai pur eterogenei attacchi e giudizi alla sua richiesta di "legittimo impedimento" dopo la sua nomina freschissima: si considera una brava persona. In effetti è stato a lungo perseguitato dalla magistratura, pur essendo stato sacerdote e avendo cominciato la sua carriera lavorativa nell'ufficio pubblicitario di Famiglia Cristiana. Dal 1982 dirigente in Fininvest, esordì in politica nel 1999 e venne eletto deputato nel 2001, poi sottosegretario in 2 governi Berlusconi. Rieletto nel 2006 e nel 2008 in Forza Italia e PdL. Finalmente ministro da questo giugno. Ai tempi inquisito da Tangentopoli, dopo 3 mesi di carcere rilasciato per decorrenza della custodia, ma condannato in primo grado e in appello per falso in bilancio, reato poi depenalizzato dal Governo cui apparteneva, mentre quello di finanziamento illecito ai partiti gli viene prescritto in cassazione. Ora A.B. ha invocato il "legittimo impedimento" per l'indagine milanese Antonveneta/Fiorani in cui si troverebbe implicato per ricettazione: ma il nostro pur negligente presidente della Repubblica ha diramato una nota di diniego in cui afferma che tale ministero senza portafoglio non implica una struttura da organizzare.
Mi pare che fino agli anni '80 queste notizie altalenanti, su rimpalli di responsabilità, sul collaudo sfacciato di nuove leggine, sul farla franca ad ogni costo, non fossero come oggi all'ordine del giorno. Tra i politici il senso dello Stato e del decoro personale è in caduta libera nonostante il culto dell'apparenza: anche la faccia di m3rda è diventata oggetto di maquillage ma io dico che bisogna continuare a deprecare e indignarsi. Poi ognuno si tenga pure le proprie convinzioni e partigianerie: io preferisco la personalità di Di Pietro a quella di Brancher.
L'ex pm di Tangentopoli dichiara: «È sempre la solita storia trita e ritrita.....E' tutto in regola......Ci vuole pazienza, ci sono persone che non si rassegnano alla propria sconfitta politica e continuano ad infangare gli altri».
Si attendono risposte: sulla questione dell'iscrizione nel registro degli indagati DiPietro è sempre stato chiaro, difatti commentò le dimissioni di Guido Bertolaso indagato per corruzione alla Maddalena con un «Io credo che tutti coloro che sono indagati dovrebbero fare così». Allora lui ora si dimette? E che dire dei rimborsi per cui ha sempre incassato senza problemi i soldi di quella che definisce una «legge vergogna», con cui l'Idv pagava anche l'affitto di un appartamento di proprietà dello stesso A.D.P.? Altra istanza in attesa di riscontro è quella di Giuseppe Vatinno di Idv che definisce incongruità politica la presenza dell'associazione Italia dei Valori assieme al suo partito.
Scandaloso ma ovvio il tono esultante usato per questa notizia dal Giornale, invece molto solidale col "ministro" Aldo Brancher che trasecola davanti ai pur eterogenei attacchi e giudizi alla sua richiesta di "legittimo impedimento" dopo la sua nomina freschissima: si considera una brava persona. In effetti è stato a lungo perseguitato dalla magistratura, pur essendo stato sacerdote e avendo cominciato la sua carriera lavorativa nell'ufficio pubblicitario di Famiglia Cristiana. Dal 1982 dirigente in Fininvest, esordì in politica nel 1999 e venne eletto deputato nel 2001, poi sottosegretario in 2 governi Berlusconi. Rieletto nel 2006 e nel 2008 in Forza Italia e PdL. Finalmente ministro da questo giugno. Ai tempi inquisito da Tangentopoli, dopo 3 mesi di carcere rilasciato per decorrenza della custodia, ma condannato in primo grado e in appello per falso in bilancio, reato poi depenalizzato dal Governo cui apparteneva, mentre quello di finanziamento illecito ai partiti gli viene prescritto in cassazione. Ora A.B. ha invocato il "legittimo impedimento" per l'indagine milanese Antonveneta/Fiorani in cui si troverebbe implicato per ricettazione: ma il nostro pur negligente presidente della Repubblica ha diramato una nota di diniego in cui afferma che tale ministero senza portafoglio non implica una struttura da organizzare.
Mi pare che fino agli anni '80 queste notizie altalenanti, su rimpalli di responsabilità, sul collaudo sfacciato di nuove leggine, sul farla franca ad ogni costo, non fossero come oggi all'ordine del giorno. Tra i politici il senso dello Stato e del decoro personale è in caduta libera nonostante il culto dell'apparenza: anche la faccia di m3rda è diventata oggetto di maquillage ma io dico che bisogna continuare a deprecare e indignarsi. Poi ognuno si tenga pure le proprie convinzioni e partigianerie: io preferisco la personalità di Di Pietro a quella di Brancher.
(sulla base di un compendio di notizie in rete)
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