domenica 9 maggio 2010

104. La solita vecchia arroganza del potere (nota)

Imperia viene chiamata Scàioland dal gossip estivo locale tra indigeni e turisti, alimentato dall’invidia di quell’impero immobiliare e politico. Il potente corregionale Paolo Emilio Taviani, ministro democristiano dell’Interno, considerava all'incirca mezzo secolo fa con sufficienza l'allora rampante e giovane Claudio Scajola, "una magnifica tempra di killer" da relegare a Imperia. E lo spirito organizzativo militaresco che portò all'interno della corrente di Taviani in quella città, gli valse il soprannome di "Sciaboletta". La tanta strada percorsa fino al ministero degli Esteri, ebbe una battuta d'arresto, nonostante la folgorazione sulla via di Arcore, a causa di quel «r0mp1cogl1on1» di Marco Biagi assassinato dalle Br. Ma il suo segreto è un intenso sistema clientelare irradiato dal suo clan cittadino, potere paramafioso prevalente ad Imperia, in economia e in politica. La storia recente della città e quella della sua famiglia «si intrecciano strettamente»: sul suo sito ufficale questo si afferma. Suo padre Ferdinando fondatore della DC a Imperia, ne fu sindaco negli anni Cinquanta per poi dimettersi per il sospetto di aver favorito il cognato diventato primario. Claudio, invece arriva allo stesso municipio nell’82 per poi dimettersi perché spedito in carcere per uno scandalo del Casinò di Sanremo, ma poi prosciolto fondamentalmente per merito del testimone Gianni Giuliano, in seguito presidente della Provincia di Imperia. Le giunte di tutta la provincia dipendono si dice da Scajola e nel suo ufficio di Oneglia ogni fine settimana si riceve chi ha bisogno di lui. Sorvolando su cognati, zii, consuoceri e fratelli, mi viene in mente d'aver letto che sua madre l’ha sentito "contrariato" per la faccenda dell’appartamento al Colosseo, mentre a questo riguardo dal PD è stato detto: “chiarisca o si dimetta”. E lui, non si sa se con ironia o con “grande senso dello stato”, s’è dimesso. E intanto Anemone, pietra dello scandalo, è stato scarcerato per decorrenza dei termini. Pelo sullo stomaco, profitto a tutti i costi e maneggi: conoscendolo solo attraverso l'informazione di ogni colore politico queste sono le caratteristiche che mi saltano all'occhio. Oltre a un'arroganza televisiva spesso dilagante, ma mai da condottiero: ci vuole altro!!!!
(info varie da L'Unità, il Giornale, La Repubblica ed altri)

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