giovedì 4 febbraio 2010

073. Che palle, Beppe! (nota polemica)

Certo che uno sfogo su come si parla e si tratta di cucina e gastronomia lascia il tempo che trova. Ma voglio solo buttar lì due parole contro la rigidità di certo purismo espresso pure sulla lunga scia per me esagerata dei doc, docg, dop e della nuovissima stg. Io non seguo più da tempo quella trasmissione ma un certo esperto piuttosto attempato, direi appassionatamente sincero, mi si dice che ancora, spesso e volentieri si produce alla tv in severe filippiche contro inesattezze culinarie e nutrizionali ma anche contro quella che io chiamo world cooking, lato oscuro e meno raffinato della fusion kitchen: perché la world music ha così tanto indiscutibile fascino culturale mentre nel campo della degustazione così spesso vengono considerati furboni e gente da poco quelli che incrociano e mixano cibi, cotture e latitudini nella cosiddetta fusion kitchen? Criticare la musica di Amparo, Bregovic e Evora in poche parole sarebbe "politicamente scorretto" mentre al contrario le cucine, soprattutto quelle italiane, e non solo, dovrebbero cristallizzarsi. Siamo sempre lì: secondo me bisogna accettare i cambiamenti, pur storicizzando i valori delle tradizioni in questo caso, ed anche la sovrapposizione e la creolizzazione di intere culture popolari. La cucina cajoun, quella filippina, quella di Carloforte ed altre che non sto a citare, dove sarebbero se fossero stati tanti a pensarla come quel pur valente sangiovannese così agguerrito e severo? Alla gente appassionata di cucina come me piace creare o assemblare piatti come la minestra di cavolfiori e latte di cocco, i pizzoccheri "vantaggiati" e il ragù di lenticchie. A una mia amica piace creare cioccolatini fantastici assolutamente fuori di testa e fuori dai binari della pasticceria tradizionale. Per quel certo toscano dovremmo affrontare il rogo morale tutti insieme. Ed è tutta spocchia inutile.

1 commento:

  1. Lola Torres ha detto...
    bravo Walter, concordo! Tra l'altro il Bigazzi non è che può proprio pensare di essere un guru della cucina, sia anche tradizionale. E' vero che questa ha le sue regole ma sono regole cresciute sulla creatività dei cuochi e che ogni giorno possono evolversi e cambiare ascoltando il profumo del territorio e dei suoi prodotti. E poi anche l'animo del cuoco è sensibile e intelligente e sa che ogni suo piatto serve prima di tutto a creare piacere e non a dimostrare qualcosa. Baci dalla tua amica e dai suoi cioccolatini assolutamente fuori di testa!

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