La storia di "Train de Vie" si ambienta in un villaggio ebraico dell'Europa Orientale nel 1941, quando Shlomo, il matto del "paese", avvisa tutti che, nei paesi vicini, gli ebrei vengono deportati dai militari nazisti. Allora il consiglio degli anziani, proprio su idea di Shlomo, decide di organizzare un finto treno di deportazione che accompagni tutti gli abitanti in Palestina passando per l'Unione Sovietica. Per l'allestimento di tutta la "rappresentazione" collaborano sarti, falegnami e un insegnante di tedesco per la pronuncia corretta dei finti soldati e del macchinista, interpretati ovviamente da alcuni di loro, completamente trasformati. Un vecchio treno viene rimesso in sesto in modo da sembrare una vera vettura nazista, con tanto di vagoni per deportati e vagoni-letto per i soldati. Nonostante dispute di varia natura che animano il viaggio, i noatri viaggiatori ingannano militari tedeschi, partigiani comunisti in azione, che però falliranno, e una carovana di zingari in fuga travestiti da nazisti...
La storia de "Il Concerto": 30 anni prima, nell'Unione Sovietica di Brezhnev, Andrei Filipov il direttore dell'orchestra del Bolshòi fu interrotto e cacciato nel bel mezzo dell'esecuzione del "Concerto per Violino e Orchestra" di Chaikòvski per la presenza di musicisti ebrei traditori. E il film si apre quando Andrei, da anni uomo delle pulizie al Bolshòi, intercetta un fax del Teatro parigino Châtelet che invita il Teatro moscovita a inviare la sua orchestra a esibirsi in una data ravvicinata e imprevista a Parigi. Filipov, allora, diventa truffatore, e sogna il proprio riscatto mettendosi a radunare i suoi vecchi musicisti ebrei e zingari per ricostituire l'unica Orchestra del Bolshòi in grado di rappresentare la sua folle passione in cui pretende, dal teatro ospite, di coinvolgere una giovane e famosa violinista francese...
2 storie di 2 film davvero indimenticabili, realizzati a distanza di 2 lustri: stesso regista, Radu Mihaileanu. Stessa struttura narrativa data dall'impostura di 2 dittature diverse che porta ai nostri diversi protagonisti sofferenze diverse per sottrarsi alle quali vengono inventate imposture geniali. Protagonisti tra gli altri, in ambedue i film, ebrei e zingari. Grande protagonista la musica: quella di Bregovich che rappresenta lo spirito culturale del primo e quella di Chaikòvski, elemento portante nel secondo.
E le scene che più hanno emozionato sono proprio i 2 concerti: quello ispiratissimo di Chaikòvski e la sfida davanti al falò tra musica klezmer e gitana.
La storia de "Il Concerto": 30 anni prima, nell'Unione Sovietica di Brezhnev, Andrei Filipov il direttore dell'orchestra del Bolshòi fu interrotto e cacciato nel bel mezzo dell'esecuzione del "Concerto per Violino e Orchestra" di Chaikòvski per la presenza di musicisti ebrei traditori. E il film si apre quando Andrei, da anni uomo delle pulizie al Bolshòi, intercetta un fax del Teatro parigino Châtelet che invita il Teatro moscovita a inviare la sua orchestra a esibirsi in una data ravvicinata e imprevista a Parigi. Filipov, allora, diventa truffatore, e sogna il proprio riscatto mettendosi a radunare i suoi vecchi musicisti ebrei e zingari per ricostituire l'unica Orchestra del Bolshòi in grado di rappresentare la sua folle passione in cui pretende, dal teatro ospite, di coinvolgere una giovane e famosa violinista francese...
2 storie di 2 film davvero indimenticabili, realizzati a distanza di 2 lustri: stesso regista, Radu Mihaileanu. Stessa struttura narrativa data dall'impostura di 2 dittature diverse che porta ai nostri diversi protagonisti sofferenze diverse per sottrarsi alle quali vengono inventate imposture geniali. Protagonisti tra gli altri, in ambedue i film, ebrei e zingari. Grande protagonista la musica: quella di Bregovich che rappresenta lo spirito culturale del primo e quella di Chaikòvski, elemento portante nel secondo.
E le scene che più hanno emozionato sono proprio i 2 concerti: quello ispiratissimo di Chaikòvski e la sfida davanti al falò tra musica klezmer e gitana.
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