martedì 12 gennaio 2010

067. PESCòRICO&TERESINA (racconto fiabesco)

Nato in una citta' di mare, a 3 anni non giocava nè con soldatini nè con bambole ma già disegnava: famiglie, soprattutto famiglie multicolori, coppie interrazziali di cinesi, giapponesi, neri, indiani e bianchi con prole, prima che nella sua città' e nel suo paese ci fossero davvero. Fantasticava su aspetti, nomi e costumi meticci. Le somiglianze tra familiari gli suggerivano incroci strani e oggettivi: ma non ne aveva mai visti. Uniche influenze culturali esotiche: un libro con disco che parlava della vita su una giunca di un bambino cinese e della sua famiglia, la musica nera americana che si sentiva in casa, e le storie di famiglie ebraiche, anglosassoni, nordiche o miste o provenienti da altre città marinare, di cui la sua città era "condita". Unico altro gioco che praticava era una "recita" assieme al fratello maggiore il quale si fingeva pescatore che andava a pescare col suo cane da pesca: lui, appunto, con un nome intonato alla parte, Pescòrico.
In una città esotica una bimba suppergiù della stessa età non giocava mai nè con bambole, nè con soldatini ma si baloccava con animali di pezza di tutte le fogge, parlandoci e coccolandoli. E prestissimo aveva manifestato un amore sconfinato per la natura, cercando di avvicinare farfalle, lucertole, gatti, cani, scimmie e delfini. Prestissimo le venne l'idiosincrasia di vedere animali rinchiusi. E allora aveva cominciato con successo, e poi seguitato, a liberare uccellini e cavie, a lasciar scappare gatti, e ogniqualvolta veniva portata in campagna, apriva pollai, conigliere, stalle, porcili e scuderie. Può sembrar strano, ma sempre con destrezza.

All'età delle scuole medie i 2 si conobbero nella stessa metropoli. Lui strano, dinoccolato, disorientato e con la paura di farsi male, dichiarava l'unico nome che lo faceva sentire a suo agio: Pescòrico. Lei, piccola immigrata di razza strana, ribelle, risoluta, dichiarava alla gente, invece del suo impronunciabile, un nome comunissimo sentito al Circo: Teresina.

Il ragazzo, a quel punto, si attaccò a quella compagna esotica, volendone imparare la lingua d'origine, che così diventò la sua terza lingua straniera. E a lei quel tipo così diverso dagli altri maschietti piaceva sul serio, al punto da confidargli, per primo, il proprio segreto.

Alle superiori, Pescòrico, lo spilungone con capelli e occhi ramati, lentiggini e lineamenti delicati, e Teresina, la paffutella dalla pelle ambrata, ricciolini neri e occhi verdi a mandorla, proseguirono la loro amicizia. Tutti pensavano fidanzata quella strana coppia, anche perché a quel punto i loro interessi combaciavano e per questo i 2 ragazzi trascorrevano la maggior parte del tempo insieme: parlando di paesi stranieri, di lingue, musiche e culture diverse, e dell'amore per animali in libertà e infanzia abbandonata.


Quando diventarono davvero adulti decisero di diventare anche compagni per tutta la vita. Decisero di avere due case dove abitare insieme: un circo senza animali maltrattati , ma con tanti bambini di tutto il mondo che facessero i giocolieri, gli equilibristi e i clown e poi anche una grande fattoria in una nazione con grandi spazi verdi dove animali domestici e selvaggi vivessero liberi ma protetti, per riposarsi con tutti quei figli di tutti i colori, tra un giro del mondo e l'altro.

2 commenti:

  1. Riferimenti reali o puramente immaginari?

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    1. Immaginario. Solo Pescorico era il nome a me imposto da mio fratello quando da bimbi giocavamo al pescatore. Il suo cane da pesca, che ero io

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