Luce accecante: il cielo è un tulle azzurro, striato dai fantasmi delle scie bianche degli aerei.
Il caldo è un vestito che non si sfila, e dalle due finestre riverbera ancora di più il suo colore.
La torre delle trasmissioni e la gru gialla sembrano due attori che si stagliano contro un fondale spietato e impressionista.
Una giornata ferma, opprimente e deprimente.
Ma l'attesa immobile è per cenare con amici di cara e lunga data che rinfrescheranno gli umori caldi di questo tunnel estivo.
E' proprio così: il caldo è un vestito che non si sfila, è un'attesa immobile e quest'estate ne abbiamo avuti tanti di vestiti che non si sfilavano. Mi sono sempre chiesta come facciano da secoli le donne e gli uomini arabi che vivono nei climi desertici a convivere con i vestiti che non si sfilano, che stanno incollati addosso come una seconda pelle, probabilmente sempre madidi di sudore. Come sarà un corpo lì sotto? Un corpo che conosce poca acqua...esterna?
RispondiEliminaForse che il caldo sia una nostra impressione?
grazie, viviana! ma quel sabato ho dovuto tenermi addosso quella soffocante tuta da diabolik
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