giovedì 22 settembre 2016

761. Simboli troppo sintetici


Penso che certi simboli sintetici, se usati in vignette satiriche di gusto estremo come tutte quelle di Charlie Hebdo, andrebbero pensati più espliciti, per non creare equivoci. La parola "Amatriciana" all'estero, e anche in Francia, evoca anche la voracità quasi sessuale immaginata nel mangiare la pasta, mentre in Italia non è così e fa solo inca22are la gente colpita dal sisma e gran parte degli Italiani, al pari della dichiarazione di una soubrette vegana che ha dichiarato svampita che Amatrice forse s'è creata il karma del terremoto devastante con la fama della sua ricetta a base di guanciale di maiale: potevano chiarire il punto di vista con ometti vestiti da banchieri e mafiosi che pasteggiano in cima al cumulo di macerie all'amatriciana, o tutt'intorno.
Analogamente il danese Jyllands-Posten con la vignetta del turbante-bomba di Maometto voleva stigmatizzare solo i terroristi, come quel kamikaze che davvero ha usato quel copricapo per un attentato a Kabul, ma ha scatenato i mussulmani offesissimi: mentre per me il Profeta col turbante poteva figurare all'interno della vignetta, su un cartellone pubblicitario del Califfato, magari presentato con la faccia cancellata o sbiancata, per chiarire la truffa sanguinosa che il terrorismo islamista con tutte le sue alleanze internazionali oscure e occulte propone ai diversi mondi religiosi e culturali!
E sarebbe ugualmente satira, perché farebbe comunque discutere e scontrare, ma senza generalizzazioni pericolosissime.

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